foto piante viste
biasca
2006
progettista paolo rossetti
in collaborazione con giorgio guscetti
il terreno dato sorge in un contesto edificatorio costituito prevalentemente da case unifamiliari alquanto eterogeneo dove la mescolanza di stili è diventata una costante
se da un lato la tettonica degli edifici presenti è in vero dissonante dall’altro alcuni elementi legati alla morfologia del territorio davano e in parte danno un senso di uniformità
questi sono in particolare le recinzioni in pietra naturale e tutti quegli elementi legati alla vigna e alla sua coltivazione
un’altra specificità del luogo è legata alla morfologia del territorio plasmato dalla imponente frana del 1500 e il conseguente sfruttamento in particolare durante il periodo estivo per il piacevole refrigerio che producono delle numerose grotte che si sono formate
nel progettare una casa d’abitazione l’idea caratterizzante del muro di cinta come elemento che definisce gerarchicamente gli spazi viene assimilata al manufatto stesso e la sua funzione viene ampliata assumendo carattere statico
il suo prolungamento porta all’interno della particella privata quella divisione tra pubblico e privato che era precedentemente limitata ai suoi confini definendo in modo chiaro la zona d’accesso veicolare e pedonale e sostenendo contemporaneamente la parte superiore del corpo di fabbrica
solo verso sud e solo nel momento di interazione con l’edificio un’ampia vetrata sostituisce il muro garantendo il massimo soleggiamento e una vista libera sull’ampia area verde che per buona parte rimane coltivata a vigna
all’estremità opposta il muro ridiventa se stesso e di nuovo assume carattere statico di sostegno della parte superiore dell’edificio quando improvvisamente si abbassa e sprofonda nel terreno per definire su tre lati una corte interrata accessibile in modo diretto dal livello inferiore dell’abitazione sostenendo sul lato est al limite della particella un elemento accessorio con funzione di deposito
quando riemerge ritorna di nuovo verso la zona d’entrata definendo geometricamente l’edificio primario
internamente alcune premesse progettuali partono dalla constatazione che la contemporaneità sta sviluppando un concetto di vita in cui non esiste più una chiara suddivisione tra le varie attività la cui sequenza giornaliera avviene in uno spazio unitario generando una grande libertà d’uso e se la massima ricchezza dell’uomo contemporaneo dovrebbe essere quella di non differenziare più lavoro e tempo libero piacere e dovere ecco che l’architettura dell’abitazione luogo per eccellenza di rappresentazione degli sviluppi sociali ne è la sua esemplificazione
il piano superiore racchiude in una sequenza di stanze e corti chiuse la zona notte e di maggiore tranquillità nel vero senso del termine alludendo in modo esplicito al carattere massiccio dei grandi massi sotto i quali vengono ricavati i cosiddetti grotti
al suo interno le corti sono differenziate nelle dimensioni e privilegiano come unico rapporto quello con il cielo per garantire il massimo della privatezza e ospitare l’uomo nella sua intimità
le forme sono limitate a un contorno neutro ridotte quasi alla loro essenza divenendo così un dispositivo capace di contenere le differenze e di instaurare un dialogo profondo e silenzioso con il luogo
da ultimo il cemento armato ci ha permesso di interpretare al meglio questi concetti e di ottenere spazi e condizioni di luce che rispondessero appieno alle esigenze del vivere moderno
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